Piove, i colori perdono vivacità, sbiadiscono... socchiudo gli occhi: l’odore della terra bagnata si sente forte. Sono un po’ più triste del solito, luogo comune, l'autunno dalle giornate più corte mi deprime! ...e, ad un tratto un profumo prepotente, 'estivo' mi avvolge il naso e la mente: basilico!
Ma le piante officinali sono solo una rappresentanza -anche se numerosa- delle fragranze del giardino.
I fiori, monopolizzando per lo più l’attenzione del visitatore visivo con colori e disegni, sanno invece sedurre i visitatori olfattivi con il loro effluvio a volte stupefacente, a volte delicato. Primo fra tutti a parer mio, e specialmente in Italia meridionale -dove oggi se ne possono ammirare esemplari molto vecchi- il gelsomino: pianta antica, che tuttavia a naso riserva sempre novità; Jasminum grandiflorum, anche conosciuto come “Gelsomino siciliano o ancora “Gelsomino di Spagna” probabilmente perché introdotto in Spagna dagli arabi (il nome originario arabo, Yzmin, vuol dire “fiore bianco”) e solo successivamente arrivato in Italia. E' accoppiata vincente qua al sud con Lippia o Aloysia citriodora da noi chiamata citronella mentre in altri luoghi è Cedrina o Limoncina.
Oppure nelle terrazze e nei giardini delle città costiere, ecco la plumeria, in centinaia di cultivar (chiamata anche "Frangipani" o "Pomelia") un’apocynacea dei tropici, ora da molti apprezzata e coltivata, come pianta d'appartamento, anche in alcune zone del nord Italia. Allevata in Europa già fin dal '700 inizialmente dagli inglesi, si è poi diffusa soprattutto in Sicilia, dove si è acclimatata perfettamente. Da Palermo, nell'antico Orto botanico, dove tutt'oggi ne esistono degli esemplari vecchissimi, si è poi diffusa lungo la zona costiera palermitana; è presente ora in tutte le coste della Sicilia. Nella Palermo dei primi '900, saremmo stati affascinati dal loro profumo, dolce, aereo, che richiama alla mente, a detta di molti, essenze di cannella, vaniglia, rosa selvatica, gelsomini e agrumi...
Ancora da zone temperate, in primavera il profumo di Zagare (sono chiamati così i fiori degli agrumi) nel mese di maggio, portata dalla brezza, satura letteralmente l’aria e inonda le strade nei paesi dedicati alla coltivazione di agrumi. Esperienza indimenticabile!
Valgono certamente quanto i balsami forti e penetranti dei giardini mediterranei, quelli più lievi che si sprigionano dalle ormai poco apprezzate, se non addirittura detestate, ciotole di surfinie e petunie che alla sera o al mattino emanano zuccherato profumo. Lo stesso dicasi delle Datura dalle grosse campane, e le ingarbugliate corde fiorite di tropeoli (nasturzi).
Affiora poi il fragrante ricordo di una modesta bulbosa, in genere piantata in file lungo un lato delle case rurali, in terreni asciutti e drenati, uno dei pochi fiori coltivati dai contadini del sud, dal quale nel mese di maggio-giugno si alza uno stelo con una fra le più belle e profumate fioriture, il candido “Giglio dei campi” (Lilium candidum) o 'di Sant’Antonio' come viene chiamato tradizionalmente. Un balsamo che si diffonde, si impone! Usato per accompagnare le prime comunioni dei bambini come simbolo di purezza e di candore ...attenzione però agli stami pieni di polline che se toccati macchiano irrimediabilmente di arancione la tunichetta bianca.
Sempre in bianco (il bianco è il vuoto, senza aspettative, eppure molti fiori bianchi profumano) -nelle cultivar a fiore semplice o doppio- troviamo il Philadelphus coronarius (Zagara regina) con il portamento ricadente richiama i motivi del periodo Liberty quando era di moda: il suo odore d'arancio quasi ci trasporta per magia nel giardino dei nonni ...fioritura di breve durata ...nostalgia.
Per finire vorrei dedicare attenzione particolare alla pianta, che per me è la regina dei fiori, sua maestà la “Rosa”: innumerevoli varietà di forme e colori e bouquet sempre diversi di essenze. Che goduria! Estasi allo stato puro, ma con i piedi per terra: una festa dei sensi.
Ci sarebbe d’andare avanti per ore a raccontare di questo o di quel profumo di questa o quell’altra pianta profumata (non dimentichiamo le splendide magnolie i glicini, le lavande, le peonie, i rododendri, le gardenie, i lillà, le piccolissime violette e pansè, i ciclamini, l’alyssum che profuma di miele, l'Heliotropium arborescens detto 'Fior di Vaniglia’ perché ne ricorda l’aroma ecc..), tuttavia non voglio tediarvi oltre.
Certo il gusto e la sensibilità sono personali, abbiamo tanti sensi più o meno emotivi, ricettivi, ebbene il naso a parer mio è quello che usiamo in misura minore; invece, non dovrebbe mai mancare una pianta profumata tra i nostri vasi.