La cura delle piante: cosa fare in novembre.

03/11/2010 17:22
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #576
Gemea l’aria, il sole così chiaro
che tu cerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…
Ma secco è il pruno e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno; solo, alle ventate
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cadere fragile. E’ l’estate,
fredda, dei morti.
(Giovanni Pascoli: Novembre)


I LAVORI DI NOVEMBRE
Con una metafora poetica, negli antichi calendari lunari giapponesi, la nona lunazione veniva comunemente denominata "la lunazione delle braccia tese" per la forma assunta dai rami degli alberi oramai spogli di foglie.
In molte regioni NOVEMBRE è già sinonimo di inverno in altre si godono ancora giornate tiepide della prima estate. Il maltempo percorre il nostro Paese e la prima preoccupazione è quella di preparare le nostre amate piante a uscire indenni dalla stagione fredda.

IN GIARDINO…..
Le piante del giardino che non possono essere spostate per affrontare i freddi e le gelate invernali richiedono protezioni adeguate. In alcuni casi può essere sufficiente stendere uno strato di foglie, di paglia e anche semplici cartoni, mentre se i venti sono intensi, con frequenti brinate, le piante devono essere protette avvolgendole con materiale plastico.
Leghiamo le ramificazioni delle piante a portamento piramidale o conico e i cespugli a crescita espansa e di tutti gli alberi e gli arbusti che potrebbero essere danneggiati dal peso della neve. Possiamo proteggere le piante di piccole dimensioni dal carico nevoso con dei cilindri di rete o delle tettoie formate da pannelli di compensato.
Se abbiamo delle specie particolarmente sensibili al freddo è consigliabile predisporre ulteriori protezioni:circondiamo le piante con una rete di filo di ferro e con del telo di juta, riempiendo lo spazio rimanente con delle fronde di felci o della paglia. In alternativa possiamo utilizzare un doppio strato di giornali, delle stuoie o del “velo da sposa”, che ha il vantaggio di consentire la traspirazione facendo passare la luce e una piccola quantità di aria.
Ricordarsi di non eseguire alcuna copertura sulle perenni che temono l’umidità, come ad es. i Sedum, che potrebbero facilmente andare incontro a marciumi.

Cimature e potature (luna calante)
Potare gli arbusti a fioritura primaverile e quelli sempreverdi e le siepi in generale per stimolare l'emissione di nuova vegetazione.

Trapianti (luna crescente)
Trapiantare le erbacee biennali e i cespi rizomatosi dei gigli.
Sino a quando il terreno non gela possiamo trapiantare le annuali seminate in estate.

Messa a dimoraGarofani, Margheritine, Viole del pensiero, Piselli odorosi, Papaveri autunnali, Ranuncoli.
Si possono piantare anche le eriche: è il momento per progettarne l’inserimento scegliendo tra le varie specie.
E’ possibile mettere a dimora le piante di Brassica oleracea (cavoli ornamentali) coltivate come annuali e caratterizzate da foglie variamente colorate che tendono ad assumere delle tinte vivaci quando la temperatura scende al di sotto di 10°C. Richiedono un terreno fertile e ben drenato e una posizione in pieno sole. A novembre mettiamo a dimora sia le piante acquistate nei vivai sia eventuali piante seminate in primavera e già completamente sviluppate.

Proteggete dal vento i rampicanti e i nuovi alberelli assicurandoli con fettucce larghe ai loro sostegni.
Coprite con tessuto-non-tessuto (velo da sposa) le perenni di recente impianto che hanno radici ancor troppo deboli per assorbire acqua dal terreno: la protezione ridurrà il tasso di traspirazione e manterrà una giusta umidità.
Nelle zone a clima mite si potrà (fino a dicembre) impiantare il gelsomino mentre nelle zone a clima più rigido occorrerà attendere febbraio-marzo.
Esistono specie semi-rustiche, quali ad esempio Jasminum officinale e J. nudiflorum, che possono tollerare anche temperature di pochi gradi sotto lo zero. Al momento dell’impianto è opportuno considerare che i gelsomini prediligono generalmente terreni fertili e ben drenati e posizioni in pieno sole o leggermente ombreggiate. Le piante allevate in piena terra tendono a crescere più rigogliose e a offrire fioriture più ricche di quelle coltivate in contenitore. Queste ultime hanno bisogno di qualche cura aggiuntiva, come l’apporto di regolari irrigazioni in primavera-estate con aggiunta di fertilizzanti liquidi con basso tenore in azoto, una o due volte al mese in funzione delle dosi utilizzate e dello stato delle piante.
E’ il mese più indicato per piantare gli ellebori. Si consiglia di metterli a dimora in terreno umido, pesante e ben drenato, e in una posizione ombreggiata e riparata dai venti. Una delle specie più conosciute è l’Helleborus niger, anche noto come Rosa di Natale, che fiorisce da dicembre a marzo con fiori bianchi o sfumati di rosa.
E’ importante sapere che tutte le parti di queste piante sono velenose e la linfa può causare irritazioni.

Tappeti erbosi
Eseguire l'ultimo sfalcio, lasciando sul posto l'erba tagliata.
Rastrellare il prato per eliminare le foglie secche e i residui di falciatura ed effettuare la foratura per favorire l'arieggiamento.
Chi pensa di porre mano ad un nuovo prato nella prossima primavera dovrà iniziare la preparazione del terreno con lavorazioni profonde ed eventuali correzioni delle caratteristiche fisiche con l’aggiunta di terriccio di buona qualità e ricco di sostanza organica.
E’ molto importante non calpestare il prato in presenza di brina, ghiaccio o neve, in quanto la pressione esercitata potrebbe provocare la rottura degli steli.
Fate un ultimo controllo all’impianto di irrigazione e verificate che i tubi siano completamente vuoti e che il collegamento dell’acqua sia chiuso.

Bulbose
Proseguire nella piantagione dei bulbi , bulbi di Crocus, Giacinti, Bucaneve...ed ogni altra pianta bulbosa a fioritura primaverile(arum italicum, geranio tuberoso, calla, ciclamino, oxalis, bucaneve, allium, giglio bianco, fresia, frittillaria, anemoni, scilla, muscari, chionodoxa, ixia, crocus, colvilli, ranucoli, iris, narcisi, giacinti, amarilli, tulipani, ecc.) .
Fino al mese di dicembre, se non piove, occorre annaffiare due volte alla settimana affinché i bulbi non secchino troppo e deperiscano nel terreno. Interrompere, poi, le annaffiature per tutto l’inverno riprendendo allo spuntare delle prime foglioline (ma soltanto se il tempo è siccitoso). Non bagnare mai le foglie.
Ritirare i tuberi di dalia, i corni di gladiolo e i rizomi di canna indica esauriti e riporli in ambiente ben riparato.

Acidofile
Proteggete le radici delle acidofile (azalee, camelie, eriche, pieris, rododendri, ecc.) con uno strato di terriccio torboso acido addizionato con del solfato di ferro, e concimate tutte le altre essenze con del letame maturo.

Rose
Mettere a dimora all'aperto i nuovi rosai a radice nuda.
Scavare buche di 60x60 cm e stendere uno strato di qualche centimetro di concime organico (letame maturo o stallatico) coprendo con terriccio in modo che le radici delle piante non siano a contatto con il concime. Al momento dell’impianto, qualora il terreno fosse troppo compatto correggerlo con l’aggiunta di torba e sabbia; in caso contrario, correggere con terriccio universale e torba. Può essere utile spargere sul fondo uno strato di calce in polvere per disinfettare il terreno.
Lasciar passare almeno venti giorni tra la preparazione delle buche e l’impianto.
Se si deve piantare un rosaio ad alberello, prima di procedere, è utile ricordare di collocare nella buca un palo tutore al quale andrà fissata la pianta.
Ricordare di non piantare rose sullo stesso terreno che ne ha ospitate altre in precedenza perché potrebbero acquisirne le malattie.
Se proprio non si può evitare sostituire il terriccio per una profondità di almeno 60 cm.

…. NELL’ORTO
Si raccolgono Bietole, Cardi, Carote, Cavolini di Bruxelles, Cavolfiori, Cavoli verza, Cicorie, Finocchi, Lattughe, Porri, Prezzemolo, Rapanelli, Sedano e Spinaci.
Si seminano: Cicorie, Fave, Spinaci, Piselli. Si piantano i bulbi dell'Aglio: scegliere da un bulbo gli spicchi migliori ed interrarli verticalmente in un suolo ben drenato e povero di azoto. Piantare gli spicchi a circa 15 cm. di distanza tra di loro e ad una profondità pari al doppio della loro lunghezza.
Si piantano a dimora anche gli stoloni Fragole che poi dovranno essere ben protetti.
Seminare i piselli, rincalzare i carciofi per proteggerli dal gelo, accumulando una montagnola di terra attorno ad ogni cespo.
La stessa operazione sarà utile per imbianchire sedani, indivia riccia e cardi.
Riparare con opportuna pacciamatura con foglie secche e paglia (nelle regioni più fredde) gli ortaggi invernali: porri, tutte le tipologie di cavolo, indivie ,radicchio, aglio, cipolle, ecc.
Va eliminato ogni residuo degli ortaggi estivi (pomodori, zucchini, ecc.) che hanno esaurito il loro ciclo. E’ opportuno per i terreni pesanti eseguire una prima lavorazione e concimazione con letame per prepararlo alle future coltivazioni.

….. NEL FRUTTETO
Si raccolgono gli ultimi frutti...Kaki, Mele Renette del Canada, Uve tardive da vino e da tavola. Per la vite bisogna procedere con il taglio dei tralci.
Va ricordato che i kaki non sono commestibili subito dopo la raccolta, in quanto contengono sostanze tanniche e astringenti, ma necessitano di un periodo di “ammezzimento” in un luogo fresco. Questo processo di maturazione può essere accelerato dalla vicinanza di mele mature.
Solo alla prima caduta delle foglie, per permettere alle piante di riassorbire parte delle sostanze in esse contenute, iniziare a potare: al nord cominciando dalle piante più resistenti al gelo (melo, pero) mentre a fine inverno si poteranno le specie più sensibili (albicocco, pesco, Kiwi, olivo, ecc.); sempre dopo la caduta delle foglie iniziare i trattamenti per combattere le principali malattie fungine (bolla, corineo, ticchiolatura, monilia, ruggine e cancri). (proseguire con l'irrorazione di poltiglia bordolese, a scopo preventivo contro le malattie fungine, iniziare le potature.)
Si piantano gli alberi da frutto e gli arbusti di piccoli frutti.

Controllare lo stato di conservazione della frutta immagazzinata, asportando quella che risulti danneggiata.
Si può cominciare a distribuire concimi organici (letame o compost) per migliorare la struttura di terreni “difficili (argillosi, sabbiosi, ecc.). Ai terreni sabbiosi sarà utile apportare fertilizzanti ricchi di potassio e fosforo che penetrano lentamente nel terreno e, quindi, si gioveranno delle piogge invernali come veicolo di penetrazione.

…..SU BALCONI E TERRAZZI
Terrazzi e balconi sono i luoghi ideali per i ciclamini; queste piante infatti richiedono un luogo fresco per vegetare al meglio e produrre fiori in continuazione. La temperatura più adatta, per una pianta in fiore, è di circa 12-15 C°; molto importante anche la luce che deve essere abbondante, ma non diretta (non dimentichiamoci che i ciclamini in natura sono piante del sottobosco).
Un’altra operazione importante e il mantenimento del substrato leggermente umido; le irrigazioni migliori sono quelle effettuate dal basso, inserendo l’acqua nel sottovaso in quantità sufficiente affinché le piante l’assorbano totalmente. L’eccessiva umidità provoca facilmente marciumi alle radici e le irrigazioni dall’alto non sono molto gradite dal tubero posto appena sotto il livello del terriccio.

…..E IN CASA
Altra cosa da tenere presente, è che il riscaldamento rende più secca l’aria degli ambienti chiusi, quindi posizionare qualche umidificatore sul termosifone giovando alla vostra salute e a quella delle piante. Non abbondare le annaffiature ed eliminare le concimazioni, poiché con scarsa luminosità le piante attraversano un periodo di riposo, sviluppandosi lentamente.
In particolare è importante ricordare che alcune piante, come Adiantum, Begonia, Calathea, Cissus, Coleus, Ficus, Monstera, ecc., richiedono un terriccio umido anche nei mesi freddi; la somministrazione di acqua deve invece essere ridotta nel caso di idistra, Peperomia, Pilea, ecc.
Collocare le succulente in una posizione soleggiata e riparata dal freddo, e interrompere totalmente le annaffiature fino a quando, in primavera, si noterà la comparsa di nuovi germogli, spine o foglie.
Sospendere le fertilizzazioni di quasi tutte le piante, ad eccezione del ciclamino, prossimo alla fioritura, e delle essenze tropicali di grandi dimensioni (Dieffenbachia, Ficus, Philodendron, ecc.) per le quali continua ad essere necessaria la somministrazione di concime ogni 15 giorni.
Si trovano ancora nei vivai le piantine di Solanum pseudocapsicum le cui bacche verdi cominciano a cambiare a partire da novembre e diventano gialle prima di prendere il colore definitivo, arancio vivo. Se il terrazzo è abbastanza fresco le bacche si colorano più lentamente. Se volete che i frutti durino a lungo, tenete le piante in un ambiente fresco (le temperature ottimali sono comprese tra i 10 e i 16°C) e bagnate abbondantemente evitando però che l’acqua ristagni nei sottovasi.

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04/11/2010 13:05
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #593
Grazie Mimmì...

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05/11/2010 15:16
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #603
Grazie Mimmì :flower:

Mimmì ha scritto:
C'è una buona possibilità che molta umidità e calore attiri funghi, quindi lasciare dei piccoli buchi di aerazione in basso e in alto, o almento uno spazio di pochi centimetri tra il suolo e la plastica. Il ricambio di aria è fondamentale.

Ognuna delle protezioni elencate da Mimmì dà circa 2-3 gradi di protezione, in modo che applicando più di un'opzione possiamo limitare i danni da gelo.
Le protezioni possibili servono a proteggere dal vento, raccogliere il calore del sole e aumentare la temperatura :sole: , mantenere la crescita centrale delle piante (palme, erbacee) protetta dal gelo.

Il terreno rilascerà umidità nell'aria intorno alle vostre piante durante la notte, mantenendo l'aria un po' più calda (l'umidità del terreno e la compattazione può avere un effetto significativo sulla temperatura minima. Un terreno umido e compatto memorizzerà più calore durante il giorno di un terreno allentato e asciutto. Così, avrà più calore da trasferire alle piante di notte) :piove: .

Il modo migliore per evitare danni da gelo alle vostre piante è di crescerne varietà in grado di sopportare il gelo, scusate la banalità :mrgreen: .

Guardatevi intorno nel vostro quartiere :cosa: (è uno dei miei passatempi preferiti), per vedere ciò che sopravvive e prospera in altri giardini locali. Spesso una pianta sopravvivere al gelo sulle foglie, ma il gelo uccide qualsiasi bocciolo di fiore :sboccia: che sono emersi così che nelle aree dove vi sarannno gelate tardive in primavera, si dovrebbe scegliere varietà di piante che fioriscono più tardi ..

Un buon consiglio è quello di sospendere ogni concimazione ai primi di settembre, in modo che non ci sia nuovo fogliame quando arrivano le temperature fredde. Le foglie più vecchie sono molto più resistenti e in grado di sopravvivere al gelo.

Le piante più suscettibili al gelo sono quelle in vaso. Se non si riescono a spostare al chiuso ricordatevi di avvolgere anche il vaso in un involucro di tela o nelle bolle di plastica, o semplicemente seppellire il vaso nel suolo :scavo: (oltre a proteggere il fogliame).

In caso di danni poi resistere alla tentazione di tagliare le parti danneggiate delle piante e fatelo in primavera: in piccola misura, queste parti morte forniscono isolamento da ulteriori danni provocati dal gelo.

Potrebbero poi essere danneggiate per la stagione in corso :urca:, ma tornare in buona salute la primavera successiva :fiorefelice .

Le radici delle piante erbacee possono essere sensibili al gelo: semplicemente lasciate senza rimuovere una parte della crescita superiore che fornirà una protezione antigelo (no alla sindrome della massaia autunnale :carota: )!

IL pacciame protegge le piante da condizioni climatiche avverse, e riduce le fluttuazioni di temperatura. Io lo applico ad ogni tipo di pianta, senza distinzione.

Certo è che è buona norma non applicare pacciame direttamente a contatto con le piante. Lasciare 5/10 cm di spazio accanto alle piante per aiutare a prevenire le malattie causate da eccessiva umidità


Le palme vanno protette dai forti venti affastellando le foglie insieme a cono e coperte con tessuto non tessuto o bambù. Di un banano o di giovani alberi da frutto si più avvolgerne il tronco:


Un tunnel in pvc:


Un vaso capovolto per proteggere bulbose più delicate:


Una serra improvvisata per piante in piena terra:


Piccole «serre» costruite sui vasi:



Non potare di varietà vegetali sensibile al gelo nel tardo autunno o in inverno.

Le potature col gelo sono da evitare (il gelo può penetrare e bruciare i tessuti sani).

Non potare arbusti che fioriscono sui rami dell'anno precedente, altrimenti non avrò fiori, ovviamente (deutzia, weigelia, kerria) che vanno potati invece subito dopo la fioritura.

Poi non poto mai in autunno neppure gli arbusti che fioriscono sui rami dello stesso anno (come ad esempio buddleia davidii, caryopteris, santolina) per non rischiare di tagliare su legno vecchio che potrebbe non dare nuovi getti (alla ripresa vegetativa aiutano le nuove gemme).


Settembre-ottobre se il clima ora a novembre è troppo freddo (come da me) è invece il periodo migliore per mettere a dimora gli ellebori, che si adatteranno meglio con nuove radici a passare l'inverno.

Si possono mettere a dimora alberi ed arbusti purchè non geli e dove il clima è più mite sotto tunnel si può seminare. Si possono anche dividere gli arbusti divindendoli proprio come si fa per le erbacee perenni purchè siano composti da più cespi, estraendo prima le piante dal terreno come indicato qui , per cercare di estrarre il maggior numero di radici senza strappi.


Per conservare le piante di crisantemo e proteggerle da gelo si possono trasferire in cassone freddo e poi rimesse a dimora in primavera.



A tal proposito -piantare una rosa al posto di un'altra rosa- leggete qui sull'esaurimento del suolo .

Sotto tunnel o in serra nelle zone calde del sud si possono seminare peperoni, melanzane, pomodoro e cetriolo.
Dove c'è freddo si può predisporre un lettorino riscaldato oppure farlo in casa.

I cavoli si possono lasciare ancora in terra fino ai primi forti geli; un segreto per proteggere quelli ancora immaturi è quello di avvolgere le foglie estrene della pianta sulla testa del cavolo legandole insieme con la rafia.

Sull'illuminazione delle piante in casa in inverno potete leggere qui .

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.

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06/11/2010 09:07
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #605
Mimmì ha scritto:
Scusa Mimmì non prenderla come una cosa personale ma su parti di questo punto non sono per niente d'accordo con quello che hai scritto.

Tutto ok riguardo a non calpestare il prato brinato, svuotare l'impianto d'irrigazione e iniziare a lavorare il terreno per il nuovo impianto.

Per un prato "da fieno" può anche andare bene, invece per un prato ornamentale (anche senza troppre pretese, quantomeno carino diciamo)il fatto di tagliare il prato e lasciare lì lo sfalcio è probabilmente la cosa più sbagliata che si possa fare prima dell'inverno. Devo dire che l'ho letto anche in alcune discutibili riviste di giardinaggio, però è assolutamente sbagliato. Vediamo insieme perchè.

Con il freddo le piante che compongono il prato rallentano fino a quasi fermare la loro crescita, e sono esposte a brinate, gelate, nevicate ecc...
Il nostro compito è quello di mettere la pianta in condizioni di superare con meno danni possibili questa stagione. E' quindi fondamentale fare un ultimo taglio più alto del solito, così che lasciando più superfice fogliare la pianta possa avere più superfice fotosintetica che le permetterà alla ripresa vegetativa di metabolizzare più zuccheri e più velocemente , così da riprendere a vegetare in modo molto vigoroso.
Inoltre il fatto di lasciare più superfice fogliare permette un'azione meccanica di isolamento dal gelo, infatti la brina, la neve e quant'altro faranno più fatica a raggiungere il colletto della pianta dato che prima dovrebbero superare ostacoli più alti (le foglie appunto).

Al che uno può dire: lascio giù lo sfalcio così isolo il colletto delle piante per benino. Il punto è che in inverno i microrganismi che normalmente "decompongono" lo sfalcio sono anche loro in "letargo", inoltre con tutta l'umidità, l'acqua, si rischia davvero di far marcire il tutto. Il prato inizia così proprio a fermentare, e con il calore generato da questo processo (basta anche 1 o 2 gradi in più del normale) stiamo creando un terreno perfetto per la prolificazioni di malattie funginee oltre che a infeltrire il prato.

Non parlo dei normali funghi che spuntano, quanto piuttosto di veri e propri funghi patogeni che sono in grado di distruggere un tappeto erboso in una velocità pazzesca se non si interviene con pesanti fungicidi (tra l'altro i fungicidi sono tra i prodotti più inquinanti).

I funghi patogeni che colpiscono in inverno sono principalmente:
- Gaeumannomyces graminis o "mal del piede delle graminacee"
- Microdochium nivale o "marciume rosa invernale"
- Myriosclerotinia borealis o "muffa delle nevi"
- Typula incarnata o "marciume grigio delle nevi"

Stesso discorso per le bucatura per arieggiare il terreno...si espongono le radici alle intemperie e alle malattie funginee. Sbagliatissimo bucare, se non per interventi di carotatura che comunque non si effettuano in inverno e soprattutto il buco da poco fatto viene tempestivamente riempito con terricci specifici o sabbia proprio per non lasciare le radici all'aria aperta.

Ecco scusate se son stato un po' prolisso :mortefine:

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08/11/2010 15:26
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #613
Kypos ha scritto:

Grazie delle precisazioni Kypos ;) ; nel nostro taglio del manto erboso è in effetti impensabile in questo periodo lasciare l'erba sul prato (anche se adottassimo abitualmente come per il resto dell'anno il muching - sbriciolamento dell'erba lasciata come concime sul prato); il microclima continuamente umido che si viene a creare in questa stagione promuoverebbe lo sviluppo di malattie come descritto.

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09/11/2010 11:27
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #619
Quello che vedete e' il mio ibiscus, comprato al brico come "pianta da esterno" tutta l'estate ha fiorito in modo spettacolare (contribuendo peraltro all'alimentazione delle tartarughe che vanno ghiotte del fiore doppio arancio-giallo-rosso). Se lo espianto temo che muoia, cosa faccio? ho gia' messo uno strato di lapillo a copertura delle radici, e' il caso di coprirlo con quelle miniserre in plastica? qualche consiglio?


"se vuoi sederti nel posto piu' comodo della casa... sposta il cane!"

"l'uomo non merita il cane"

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09/11/2010 11:59
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #620
Si tratta di un Hibiscus rosa sinensis, ho visto dal tuo profilo che sei di Mantova e di conseguenza ho una brutta notizia da darti :(
Al nord non resiste in piena terra...se vuoi puoi provare a zollarlo con una vanga stando attento a non rovinare le radici e mettere poi il tutto in un vaso e portarlo all'interno in appartamento e sperare che non sia troppo tardi.

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09/11/2010 12:05
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #622
.... e' quello che temevo... :( provo allora a zollarlo, non dovrebbe essere difficile. Grazie!

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11/11/2010 15:41
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #632
Ho provato, ma si e' radicato bene e rischio di ucciderlo io... allora provo a coprirlo come si vede in foto, utilizzando della plastica da imballaggio (quella per intenderci con le palline che ci divertiamo a far scoppiare...) ho fatto un cilindro che si sostiene grazie a 4 sostegni piantati nel terreno, alla base e' poggiato sul prato con un paio di cm di tolleranza per permettere il passaggio dell'aria e chiuso in cima, ma sempre con la possibilita' di passaggio dell'aria... sembra un sacco di spazzatura ma spero che serva a proteggere l'ibiscus... ho optato per questo materiale e non mper il tessuto-non tessuto perche' credo che quello sia troppo leggero per il clima invernale di Mantova, ma anche in questo caso e' solo un tentativo, non ho esperienza in merito...



Invece al Brico ho trovato una miniserra che ho posizionato su una pianta di ficodindia, ma qui sono molto dubbioso: temo che si crei troppa umidita'...


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11/11/2010 16:24
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La cura delle piante: cosa fare in novembre. #633
Ciao Pierangelo :)

Allora si possono fare un paio di considerazioni; visto il fiore molto particolare che descrivi potresti essere fortunato ed avere comprato (come fra l'altro ti hanno detto - molto spesso non sanno quello che vendono, è vero, ma non sempre per fortuna) una nuova varietà di Hibiscus rosa sinensis rustico.

Dal 2002 infatti Hibiscus rosa-sinensis è stata ibridato con successo con l'Hibiscus moscheutos resistente al freddo, producendo ibridi di Hibiscus rosa sinensis rustici. Non ti so dire rustici fino a che punto (parlando terra terra di temperature), ma so che esistono, quindi incrocia le dita che sia uno di quelli :mrgreen: .
La foglia da quel poco che vedo mi ha fatto in un primo tempo dubitare non fosse il classico H. rosa sinensis, così come per il portamento (anche se è una pinta chiaramente giovane), ma che fosse un ibrido Hibiscus moscheutos L. ssp. palustris (perfettamente rustico)...magari con altre foto e dettagli del fiore e delle foglie (se vuoi identificarlo andiamo troppo OT si può fare nella sezione apposita:))...ma è un compito davvero arduo, in quanto le varietà di ibisco sono virtualemtne illimitate :mrgreen: (ogni anno si creano ibridi su ibridi).

Per quanto riguarda i dubbi sulla serra di questa pianta puoi metterci una lampadina dentro per scaldarlo; ma ti converrebbe fare una struttura più rigida (la lampadina non deve toccare la plastica, ma questo che lo dico a fare a uomini e donne di fatica??? ;) ).

Per il fico d'India (Opuntia ficus-indica) pure lui è considerato poco rustico, ma perchè porre limiti all'immaginazione? (a tal proposito ho appena inserito un mia pianta considerata da appartamento qui che ho fuori all'apeto sotto la neve)

E' piuttosto versatile ed incredibilmente resistente a temperature che vanno dai -10°C ai 40°C.

Però una raccomandazione d'inverno è NON bagnare, se fa freddo (limitarsi a non farla avvizzire :mrgreen: ) .
L'aria stagnate poi, per di più umida può favorire infestazioni parassitarie (funghi, ecc), come già accennato. E un ficus indica danneggiato non si riprende così facilmente come una pianta erbacea la stagione successiva. Quindi io più che una serra così chiusa farei una struttura sollevata di un paio di cm da terra per far circolare l'aria e che copra abbondantemente il terreno circostante, così non piove in quella zona e non si inzuppa il piede.

Però non ho esperienza diretta di ficus nel mio giardino ;)

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Un quadrato di giardino
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